Aspetti psicologici in chirurgia estetica

La percezione di come gli altri ci paragonano rispetto a que­sti standard costruiti influenza molto la qualità delle relazioni interpersonali e, in alcuni casi, lo stato di salute mentale.

Infatti, per molte persone la sti­ma di sé è legata ad un aspet­to esteriore accettabile dalla società in cui vivono. Di con­seguenza, la sensazione di deformità è spesso associata alla mancanza di fiducia in sé e all’isolamento sociale.

Tuttavia, mentre è maggior­mente comprensibile il disagio psicologico di persone che pre sentano gravi deformità, non sempre appare logica la richiesta di intervento da per­sone con deformità minime che attribuiscono alla defor­mazione un notevole disturbo psicologico e appaiono forte-

mente motivate all’intervento chirurgico.

Questo sentimento di deformi­tà può essere il prodotto di diversi fattori, quelli più impor­tanti sono i fattori sociali, fami­liari e personali.

Tra quelli sociali ricordiamo quelli legati alle norme sociali dell’aspetto, che variano a seconda della cultura e del momento; tuttavia vi sono limi­ti per la forma e la grandezza di caratteristiche anatomiche visibili. In genere persone con deformità sono discriminate per quanto riguarda il prestigio sociale, prospettive di carrie­ra, amicizie, matrimonio.

Tra i fattori familiari importante è lo sviluppo dell’immagine corporea (cioè come una per­sona percepisce e quali valori attribuisce al suo corpo) e del­la stima di sé (cioè la propria considerazione in termini favo­revoli).

Lo sviluppo della propria immagine corporea sembra influenzato dalle esperienze che il bambino ha nell’ambito della propria famiglia. Alcune famiglie pongono grande enfa­si sull’aspetto fisico influen­zando l’immagine corporea positiva o negativa. Il gruppo dei coetanei influenza l’immagine corporea sbeffeg­giando i soggetti con anorma­lità dell’aspetto, e durante l’adolescenza la vulnerabilità a questo tipo di reazioni aumenta con l’aumentare del­le interazione sociali e ses­suali e l’insoddisfazione per la propria immagine può rag­giungere un livello critico. Infatti, molti pazienti che richiedono un intervento d chi­rurgia plastica hanno alle spal­le una storia di scherno duran­te l’adolescenza.

Per quanto riguarda, invece, i fattori personali varie sono le reazioni individuali ad una deformità che può essere affrontata attraverso diverse strategie come quelle di tipo strettamente psicologico uti­lizzando meccanismi di difesa dell’io, o fisico, come il cercare di cambiare la deformità attra­verso la chirurgia estetica. Non sempre queste strategie sono efficaci nel mantenere la stima di sé.

Di conseguenza, poiché diverse e complesse sono le motivazioni che spingono a richiedere un intervento di chirurgia estetica, e necessario Valutare, non solo il grado di deformità e la possibilità di intervento, ma anche i senti­menti del paziente nei riguardi della sua deformità, le sue spe­ranze e le sue paure circa i risultati dell’intervento.

Uno degli aspetti più impor­tanti, durante i colloqui prepa­ratori, è costituito dall’accertare cosa il paziente si aspetta dall’intervento. Biso­gna, infatti, tener presente che spesso le aspettative possono sconfinare nell’irrealizzabilità, che spesso sono basate sul sentito dire e, quindi, riportarle in linea con la realtà, offrendo al paziente un quadro chiaro di cosa un particolare inter­vento è in grado di offrire.

Scoprire le reali motivazioni è cosa più facile a dirsi che a far­si. Per tale motivo è necessa­rio andare coscienziosamente alla ricerca di tutti gli indizi psi­cologici per delineare un profi­lo psico-emozionale del paziente abbastanza chiaro. Le informazioni sono neces­sarie per scartare coloro che soffrirebbero un grave danno psicologico da un intervento estetico o, nella migliore delle ipotesi, risulterebbero comun­que insoddisfatti del risultato anche quando la tecnica chi­rurgica fosse perfettamente riuscita.

Al termine del colloquio, il chi­rurgo, oltre ad essersi formato un’idea psicologica generale del paziente, dovrebbe sape­re da quanto tempo questi è scontento del particolare fisi­co in questione, del perché richiede l’intervento in quel par­ticolare momento della sua vita; le motivazioni che lo spin­gono a voler essere operato, le sue aspettative ed anche gli effetti che l’intervento avrà su lui, gli altri, la sua carriera e la sua vita, se si trova nel mezzo di una crisi esistenziale e cosa pensano famiglia e amici dell’operazione.

Il riuscire a comprendere l’immagine del corpo, la distor­sione dell’immagine fisica, i piacere o il disprezzo che uno prova per il proprio corpo, sono tutti fattori integrativi per la valutazione che il chirurgo plastico fa sulle motivazioni del paziente e sulle sue rea­zioni postoperatorie.