Complicanzioni mastoplastica: retrazione capsulare

Care amiche questa settimana voglio parlarvi delle complicanze cui si può andare incontro dopo una mastoplastica additiva.

Però prima devo premettere che non c’è da spaventarsi perché queste complicanze sono molto rare, a meno che non vi sottoponiate all’intervento chirurgico affidandovi a mani poco esperte e, peggio ancora, ad un non chirurgo plastico.

Una di queste possibili complicanze è la contrattura, che può manifestarsi precocemente, nei primi mesi dall’impianto protesico, o anche a distanza di tempo. Essa si manifesta come un “indurimento e visibilizzazione della protesi mammaria”.

complicazioni mastoplastica additiva

complicazioni mastoplastica additiva- Albina D'Alessandro

 

Vi parlerò quindi, in questa sede, della contrattura capsulare post mastoplastica. È una evenienza che si genera non per imperizia del chirurgo operatore, bensì per una risposta esagerata dell’organismo ricevente alla protesimammaria, che viene riconosciuta come corpo estraneo.

Un po’ come una spina di rosa che finisce in un dito….l’organismo la isola creando una barriera di tessuto fibroso isolante, divenendo un granuloma duro ed anelastico.

Tornando alla mastoplastica, la protesi è la spina di rosa, la capsula è il tessuto fibroso che la isola, dando alla mammella aspetto duro e fisso al torace. Anche la dislocazione della protesi può essere una conseguenza dell’indurimento della capsula fibrosa, spingendo la mammella in posizioni non naturali. Ma la dislocazione della protesi si può avere anche per un posizionamento errato della protesi. Solo un esame approfondito può dirimere le due complicanze.

complicazioni mastoplastica additiva

complicazioni mastoplastica additiva

La formazione di una caspula periprotesica più consistente può essere favorita anche da una emostasi poco accurata intraoperatoria, ecco perché, per ovviare a tale condizione il chirurgo plastico nella maggior parte dei casi preferisce mettere drenaggi o in aspirazione, proprio per drenare quel po’ di sangue che rimane in cavità.
La qualità della protesi è fondamentale: protesi testurizzate, in gel di silicone ad alta coesività, non necessariamente in poliuretano (come a volte si sente dire…), e, quello che più conta, protesi certificate (talune case produttrici forniscono un certificato di assistenza a vita).

Quale rimedio?
Si procede con l’espianto delle protesi e reimpianto di nuove in un piano differente. Questo è sufficiente acchè non si ripeta l’inconveniente. Purtroppo però si potrebbe avere una recidiva (molto rara); quindi la valutazione del chirurgo esperto sarà fondamentale.

In ogni caso, prima di disperare, rivolgetevi al vostro chirurgo, abbiate fiducia in lui e tutto andrà a posto.