La mastoplastica additiva
Un vestito che calza bene, un costume che inorgoglisce le nostre forme, uno sguardo consapevole della nostra bellezza, che ci rende forti, forti dentro.
Ecco , ora mi addentrerò in questa problematica, e analizzeremo insieme ciò che riguarda una parte così importante del nostro corpo, il seno e il suo benessere.
Seno piccolo
Il seno troppo piccolo è legato ad alcune particolari condizioni che possono essere costituzionali od ormonali. L’ipoplasia mammaria è dovuta principalmente ad atrofia del tessuto mammario dopo una gravidanza, o a perdita di peso dopo una dieta, o , ancora, a fattori genetici.
Per ingrandire il seno ci si avvale dell’impianto di protesi. Oggi quelle più usate sono al silicone. La domanda più frequente è se la protesi ha degli effetti pericolosi sulla salute della paziente. Rispondo subito che non vi è alcun pericolo. Infatti non dobbiamo dimenticare ciò che è stato oggetto di una polemica infinita alcuni anni fa, sull’uso delle protesi al silicone. Non sto qui a dilungarmi: le protesi non sono dannose, un eventuale tumore della mammella può essere diagnosticato ugualmente, non sono cancerogene. Per coloro che nutrissero ancora dei timori sulle protesi al silicone, disponiamo di protesi Hydrogel, con contenuto di una speciale soluzione acquosa in gel; infine si può tranquillamente allattare, dopo una gravidanza.
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Tecnica Operatoria
Sono quattro le vie di accesso per la introduzione di una protesi.:
1: via periareolare: la incisione si effettua intorno al capezzolo, con una incisione a semiluna della lunghezza di circa3 cm. Attraverso questa piccola incisione si accede al piano desiderato, o sotto-ghiandolare o sottomuscolare a seconda della esigenza, dove verrà preparata la tasca che alloggerà, previo scollamento, la protesi.
2: via transareolare: l’incisione si pratica sul diametro orizzontale dell’areola mammaria. Attraverso questa breccia, che è lunga quanto il diametro del capezzolo, si arriverà al piano di scollamento , sottoghiandolare o sottomuscolare, dove viene preparata la tasca che alloggerà la protesi.
3: via sottomammaria: l’incisione viene eseguita nel solco sottomammario. Attraverso questa , si accede direttamente al piano prestabilito, sottoghiandolare o sottomuscolare, dove alloggerà la protesi.
4 : via ascellare : l’incisione di circa 4 o 5 cm ,viene eseguita nella zona dei peli dell’ascella, sul margine posteriore del grande pettorale, attraverso cui si arriva al piano prestabilito dove alloggerà la protesi.
LA SCELTA DELLA TECNICA è PERSONALE. Ciò che è importante sapere è che tutte queste teniche danno esiti cicatriziali pressocchè nulli. Ovvero, la periareolare e la transareolare danno cicatrici che con il tempo scompaiono, confondendosi con il pigmento naturale dell’areola. Quella nel solco sottomammario, si nasconde nel solco naturale della mammella; infine la cicatrice ascellare si nasconde nella cavità ascellare.
Post-operatorio
L’applicazione di drenaggi si effettua secondo la necessità. Si applica un bendaggio elastico per circa una settimana che viene sostituito poi da un reggiseno elastico. Questo verrà indossato dalla paziente per circa 15 giorni , notte e giorno. In pratica esso sostituisce la medicazione con bende elastiche, ha una funzione antiedemigena, e favorisce una corretta costituzione della capsula peri.protesica. I punti di sutura vengono rimossi tra il 7° e il 10° giorno.
Complicanze immediate
Ematoma
Nell’eventualità, rara, che si formi un ematoma, anche in presenza di drenaggi, l’indicazione è quella di eseguire immediatamente una revisione dell’intervento. Si procede allo svuotamento dell’ematoma ed alla chiusura della breccia, riposizionando la protesi mammaria.
Complicanze a distanza
Formazione di capsula fibrosa anelastica
Oggi, con le nuove protesi testurizzate, il problema della capsula è pressocché nullo.
Cosa è la capsula periprotesica: il nostro organismo forma attorno a qualsiasi corpo estraneo una difesa , e cioè tende ad incapsulare con un tessuto fibroso, pseudoinfiammatorio, il corpo estraneo, in questo caso, la protesi. Tempo fa le protesi erano lisce, costituite esternamente di una pellicola esterna liscia di silicone, più o meno consistente. Oggi l’involucro della protesi è costituito da una membrana rugosa, cioè testurizzata, che aumenta la superficie della protesi. Il nostro corpo formerà quindi una capsula più elastica, in quanto il tessuto fibroso si insinuerà in quei minuscoli spazi costituiti dalle rugosità della testurizzazione.
Il risultato sarà una riduzione dello spiacevole effetto di INDURIMENTO della protesi, ovvero di indurimento della capsula periprotesica.
Per i miei interventi utilizzo le protesi di Eurosilicone